L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
venerdì 9 marzo 2012
soffermarci sui volti delle persone che soffrono
Quante cose ci dice il volto di una persona: la luce dei suoi occhi, le sue rughe, l’espressione in generale ci raccontano tanto di lei. Il volto degli anziani è la sintesi di tutta una vita vissuta come i volti dei bambini sono la promessa di un futuro ignoto. Purtroppo le immagini veloci della televisione non ci consentono di soffermarci sui volti delle persone che soffrono, che ci dicono più di mille parole. In tutti questi volti è possibile cogliere l’immagine di Dio? Quando diciamo Dio vogliamo dire Colui che ha dato inizio ai processi della vita e alla vita rivelata da ogni volto in particolare. Questa ricerca è un esercizio che non siamo abituati a fare eppure potrebbe aiutarci a trovare una risposta alla domanda che da tempo ci inquieta: “ Dio dove sei”? Abbiamo imparato che una disponibilità di fondo a vedere il bene e la positività negli avvenimenti inediti della quotidianità, negli incontri e nei volti dei nostri fratelli, lentamente ci affina a cogliere quei germogli di vita che parlano dell’oltre al profondo del nostro cuore. Come nell’ascolto della musica l’orecchio lentamente si affina nel cogliere le sfumature dei diversi strumenti e delle diverse melodie, così il nostro animo se arricchito da lunghi spazi di silenzio ci offre quella consapevolezza del tutto speciale di essere all’interno di un progetto di vita, avvolti da un Bene che non sappiamo definire ma che sappiamo riconoscere. L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO FEBBRAIO 2012
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento