sabato 1 febbraio 2014

Dio è il suo prossimo e del prossimo ha la vulnerabilità, una vulnerabilità che, ribaltando i tradizionali termini religiosi, fa di Dio un supplice di aiuto e liberazione da parte dell’uomo, un bisognoso di soccorso.


Un percorso di "spiritualità" per i giovani sulle tracce di Etty Hillesum

          Per Etty Hillesum, il “Dio lontano”,
che spesso appare sordo e indifferente alle drammatiche situazioni della nostra vita,
è un Dio prossimo,
come nella vicenda evangelica del Buon Samaritano (Lc 10,25-37):
Dio è il suo prossimo e del prossimo ha la vulnerabilità, una vulnerabilità che, ribaltando i tradizionali termini religiosi, fa di Dio un supplice di aiuto e liberazione da parte dell’uomo, un bisognoso di soccorso.
E il soccorso è l’impegno che Etty volle assumersi, disseppellire Dio nell’interiorità dell’uomo, inaridita come nel devastato campo di ossa sparse – immagine perfetta dei campi di sterminio – che viene presentato agli occhi del profeta Ezechiele (Ez 37,1-14): una visione disperatamente desolata sui cui la domanda – “Figlio dell’uomo, potranno queste ossa rivivere?” – suona già come l’annuncio, quasi la sfida, della forza sconcertante della Vita dal profondo dell’abisso della desolazione.

Nessun commento:

Posta un commento