L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
martedì 28 gennaio 2014
riscopre in se stessa la verità dell’uomo come luogo in cui sopravvive la presenza di Dio, e si dà il compito di custodire, preservare, più che la propria vita fisica, il proprio nucleo interiore più profondo
Un percorso di "spiritualità" per i giovani sulle tracce di Etty Hillesum
La vita di Etty, la sua reazione al dolore alla morte, il suo grande amore a oltranza per la vita, appaiono così come la manifestazione della profezia di Isaia: “Sarai come un giardino irrigato, come una sorgente le cui acque non inaridiscono”.
In un luogo e in un momento storico in cui tutto proclamava e anzi urlava la morte di Dio e dell’uomo, Etty intuisce l’intimo legame tra le sorti dell’uno e quelle dell’altro, riscopre in se stessa la verità dell’uomo come luogo in cui sopravvive la presenza di Dio, e si dà il compito di custodire, preservare, più che la propria vita fisica, il proprio nucleo interiore più profondo, un piccolo pezzo di Dio in noi stessi, con un’intuizione di verità profondissima, che ritrova Dio per una strada altra, personale e universale insieme, l’uomo come solo tempio possibile di un Dio vivente. E disseppellire Dio nel cuore dell’uomo è "rintracciare il minuscolo essere umano, sepolto sotto le barbarie dell'insensatezza e dell'odio". Così Etty può arrivare a dire: "Amo così tanto gli altri perché amo in ognuno un pezzetto di te, mio Dio".
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