martedì 31 dicembre 2013

lei parla di un albero, quello del vangelo, che dà ospitalità agli uccelli del cielo, senza chiedere da quale cielo vengano, senza pretendere tessere di riconoscimento, senza trattenere


Angelo Casati , il 14/01/2009, Crema
GRATUITÁ E GRATITUDINE

Perdonate se mi rifaccio al logo della mia ex parrocchia,
il logo dell'albero del vangelo.
Il piccolo chicco di senapa, il più piccolo dei semi - narra la parabola - "diventa albero tanto grande che vengono gli uccelli del cielo e si annidano tra i suoi rami" (Mt 13,32).
Questo il sogno del vangelo:
costruire pazientemente vite,
costruire comunità dove ognuno possa trovare ombra e cibo,
come gli uccelli del cielo, un nido per una notte.
Dove non ti viene chiesto come contropartita un ricambio,
non ti viene domandato se rimarrai
e fino a quando rimarrai
e a quale titolo, dietro quale contropartita.
Potrebbe essere questa, in una stagione dove tutto si vende e si paga,
per le donne e gli uomini del nostro tempo una opportunità favorevole,
quasi un albero, l'albero di Zaccheo, da cui avvistare il regno di Dio.

Ricordo il volto di una ragazza della mia parrocchia.
Molti anni fa mi diceva:
"È dai tempi di don Giancarlo che non metto più piede in parrocchia.
Forse vuole sapere perché sono qui oggi?
Perchè ho ritrovato un suo scritto,
là dove lei parla di un albero, quello del vangelo,
che dà ospitalità agli uccelli del cielo,
senza chiedere da quale cielo vengano,
senza pretendere tessere di riconoscimento, senza trattenere.
Ho sempre avuto paura di essere sequestrata".
Nella città, forse più che altrove,
avverti questo venire e questo andare
che può anche lasciare un certo disagio in noi
che, poco o tanto, vorremmo trattenere, definire, contare, misurare i passi dello Spirito.
Anche i Magi scompaiono dietro le ultime case di Betlemme,
anche i pastori dietro le dune del deserto,
occasioni mancate per una certa categoria di inquisitori dello spirito
che non conoscono il volto e la bellezza della gratuità.

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