martedì 3 settembre 2013

Simili conoscenze fanno molto male. Devono essere fonte di pianto. Altrimenti continuano a determinarci e si insinuano nascostamente in tutti i nostri pensieri e in tutte le nostre azioni.


L’ANGELO DEL LUTTO 

Attraverso il lutto scopriamo chi era veramente l’altro.
Durante la sua vita abbiamo conosciuto solamente una sua parte.
L’altra parte era nascosta dalla sua maschera.
Adesso noi sappiamo che cosa propriamente voleva dire con la sua vita,
quale era il più profondo anelito del suo cuore,
quale messaggio voleva trasmettere con la sua vita.

Tuttavia l’angelo del lutto non vorrebbe insegnarti solamente l’afflizione per i defunti.
Ci sono molte circostanze in cui vorrebbe introdurti  nell’arte di affrontare le situazioni passate e non chiarite e di lasciarle dietro di te.
C’è la tristezza per tutta la vita non vissuta. 

Vedo che molte persone, all’improvviso, hanno la sensazione di essere state ingannate nella loro vita.
Non hanno mai potuto vivere realmente ciò che avrebbero preferito.
I genitori e le insegnanti le hanno spinte verso una direzione
che non è stata buona per loro.
Oppure conoscono per sofferenza come è stata veramente la loro infanzia,
quando non hanno avuto modo di sperimentare sicurezza.
Simili conoscenze fanno molto male.
Devono essere fonte di pianto.
Altrimenti continuano a determinarci e
si insinuano nascostamente in tutti i nostri pensieri e in tutte le nostre azioni.
Allora non ci accorgiamo del perché in talune situazioni
reagiamo o ci irrigidiamo con tanta sensibilità.
Si tratta del lutto non vissuto per le delusioni che la vita ci ha procurato.
Anselm Grun

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