Una volta fui preda dello spirito di disperazione:
sembrava
che Dio mi avesse rigettato per sempre e
che per me non ci fosse più salvezza.
Percepivo in me con chiarezza di trovarmi sull’orlo della perdizione eterna
e che Dio era inesorabilmente spietato nei miei confronti.
Rimasi in preda a questo spirito per più di un’ora.
L’angoscia e la tortura provocate da questo spirito sono tali
che il semplice ricordo è terribile.
L’anima non può sopportarlo a lungo:
in momenti simili ci si può perdere per l’eternità.
Il Signore misericordioso ha permesso allo spirito della malvagità infernale
di muovere guerra all’anima mia.
Dopo un po’ mi recai in chiesa per i vespri
e, fissando lo sguardo sull’icona del Salvatore, esclamai:
“Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me peccatore!”.
A quelle parole vidi, al posto dell’icona, il Signore vivente,
e la grazia dello Spirito santo mi riempì totalmente l’anima e il corpo.
Così conobbi, nello Spirito santo,
che Gesù Cristo è Dio,
e questa grazia divina fece sorgere in me il desiderio di soffrire per Cristo.
Da quel preciso istante l’anima mia anela al Signore,
e null’altro più mi rallegra sulla terra: la mia unica gioia è Dio.
È lui la mia letizia, la mia forza, la mia speranza, il mio bene.
(Silvano dell’Athos, Non disperare!).
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
giovedì 26 settembre 2013
L’anima non può sopportarlo a lungo: in momenti simili ci si può perdere per l’eternità. Il Signore misericordioso ha permesso allo spirito della malvagità infernale di muovere guerra all’anima mia.
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