Non c’è attività
duratura e intelligente di costruzione della città
senza una radice contemplativa,
che è la capacità di silenzio,
di deserto interiore,
di pausa,
in cui si riceve la Parola di Dio,
la si ascolta
e quindi si costruisce
anche dal punto di vista intellettuale
una certa visione del mondo.
Cosicché il fare non sia determinato
solo dalle urgenze, dalle necessità,
ma sia ritmato da questo progetto
che nasce da un ascolto della Parola
e da un atteggiamento di deserto,
di silenzio contemplativo.
Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona,
tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo.
Bisogna cercarlo,
e lottare per averlo,
per non farsi travolgere dalle cose,
dalla valanga di parole dette a vanvera,
di giudizi affrettati.
Il silenzio è sempre difficile.
Il silenzio bianco ancor di più:
il silenzio nero è pura assenza di suoni,
quello bianco è sintesi di tutti i colori.
Ed è questo che bisogna imparare a esercitare.
Superare, guardare in faccia la paura del silenzio,
nella quale emergono alcuni mostri interiori,
per imparare che si possono esorcizzare
e si può dare loro un senso.
Carlo Maria Martini
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
venerdì 7 giugno 2013
Quanto maggiori sono le responsabilità di una persona, tanto più si devono trovare ogni giorno più lunghe ore di silenzio contemplativo.
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