martedì 4 giugno 2013

hai avuto la presunzione di essere dio, ed eccoti nel fallimento

Ed ecco, accade qualcosa su cui noi non abbiamo più alcun potere:
ora accade la verità.
Essa si presenta a noi in forma strana:
non in raggiante, inaccessibile magnificenza,
non come luminosa e toccante chiarezza,
bensì come verità crocifissa,
come il Cristo crocifisso.
E la verità ci parla,
ci chiede:
“Chi mi ha crocifisso?”,
e al tempo stesso risponde:
“Guarda, sei tu che hai fatto questo.
Tu hai odiato la verità di Dio su di te,
tu l’hai crocifissa
e hai stabilito la tua propria verità.
Hai creduto di conoscere la verità,
di possederla,
di poter rendere felici gli uomini con la tua verità,
e hai finito per farti dio.
Hai rubato a Dio la sua verità
e, lontano da Dio, essa è divenuta menzogna.
Hai creduto di poter fabbricare, creare, annunciare la verità;
ma in tal modo hai avuto la presunzione di essere dio,
ed eccoti nel fallimento.
Hai crocifisso la verità”.
E se questo dovesse essere per noi ancora un parlare per enigmi,
ecco che la verità ci parla ancor più chiaramente:
“Tu vivi come se ci fossi solo tu al mondo.
Tu trovi in te la fonte della verità,
che è in Dio solamente,
e di conseguenza odi gli altri uomini,
che dal canto loro fanno lo stesso.
Tu ti senti il centro del mondo
e proprio questa è la menzogna.
Tu vedi il fratello
e il mondo come fossero il regno della tua signoria,
e non vedi che voi tutti, tu e loro,
vivete della verità di Dio.
Ti sei escluso dalla comunione con Dio e con i fratelli,
e credi di poter vivere da solo.
Tu odi Dio
e il fratello
perché contraddicono la tua verità.
Ecco la menzogna,
per questo non sei altro che un menzognero.
Il tuo voler essere per te solo,
il tuo odio,
questa è la menzogna.
Perciò tu hai crocifisso la verità di Dio.
Tu credi di esser diventato libero,
quando ti sei staccato e hai odiato la verità,
ma ti sei fatto schiavo.
Schiavo del tuo odio, schiavo della tua menzogna.
La via che conduce alla verità e alla libertà ti è preclusa:
è una via che porta solo alla croce, alla morte”.
(Dietrich Bonhoeffer, Memoria e fedeltà).

Nessun commento:

Posta un commento