probabilmente per esperienza personale,
come il buio del Sabato santo possa talora
penetrare fino in fondo all’anima
pur nella completa dedizione della volontà al disegno di Dio.
Tu ci ottieni sempre, o Maria,
questa consolazione che sostiene lo spirito
senza che ne abbiamo coscienza,
e ci darai, a suo tempo, di vedere
i frutti del nostro “tener duro”,
intercedendo per la nostra fecondità spirituale.
Non ci si pente mai di aver continuato a voler bene!
Ci accorgeremo allora di aver vissuto un’esperienza simile
a quella di Paolo che scriveva ai Corinti:
“In noi opera la morte, ma in voi la vita” (2 Cor 4,12).
Tu, o Maria, sei madre del dolore,
tu sei colei che non cessa di amare Dio
nonostante la sua apparente assenza,
e in Lui non si stanca di amare i suoi figli,
custodendoli nel silenzio dell’attesa.
Nel tuo Sabato santo, o Maria,
sei l’icona della Chiesa dell’amore,
sostenuta dalla fede più forte della morte
e viva nella carità che supera ogni abbandono.
O Maria, ottienici quella consolazione profonda
che ci permette di amare anche
nella notte della fede e della speranza
e quando ci sembra di non vedere neppure più
il volto del fratello!
Tu, o Maria, ci insegni che l’apostolato,
la proclamazione del Vangelo,
il servizio pastorale,
l’impegno di educare alla fede,
di generare un popolo di credenti,
ha un prezzo,
si paga “a caro prezzo”:
è così che Gesù ci ha acquistati:
“Voi sapete che non a prezzo di cose corruttibili,
come l’argento e l’oro,
foste liberati dalla vostra vuota condotta ereditata dai vostri padri,
ma con il sangue prezioso di Cristo” (1 Pt 1,18-19).
Donaci quell’intima consolazione della vita
che accetta di pagare volentieri,
in unione col cuore di Cristo,
questo prezzo della salvezza.
Fa’ che il nostro piccolo seme
accetti di morire per portare molto frutto!
(Card. Carlo Maria Martini, La Madonna del Sabato santo).
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