venerdì 28 giugno 2013

chiesa come corpo sociale animato dallo Spirito che attiva tutti e singoli i credenti elargendo loro i doni carismatici


Nella chiesa cattolica,
intendo parlare della sensibilità più diffusa e della religiosità più curata,
Paolo è messo ai margini [...]
Soprattutto, è ignorato nella sua comprensione della chiesa
come corpo sociale animato dallo Spirito
che attiva tutti e singoli i credenti elargendo loro i doni carismatici,
cioè le capacità di rendere gli essenziali ‘servizi’ (diakoniai)
alla crescita spirituale e maturante della comunità;
vi viene preferita invece la prospettiva delle lettere Pastorali,
indirizzate a Timoteo e Tito,
che portano nell’indirizzo il nome dell’apostolo come mittente
ma che in realtà sono scritti pseudepigrafici della fine del I secolo;
in esse la chiesa è compresa come famiglia di Dio,
simile alla famiglia patriarcale del tempo,
strutturata gerarchicamente
con quelli che governano (proistamenoi)
e gli altri che devono sottomettersi (hypotassesthai).
Soprattutto Paolo è alieno alla chiesa cattolica italiana di oggi,
perché egli esprime una fede radicale ed estrema
che mette in discussione, alla radice,
ogni religione, soprattutto quella cosiddetta civile
che dà voce e cerca d’imporre valori umani generali
specialmente di carattere conservatore per non dire reazionario,
ottenendo l’appoggio dei cosiddetti atei devoti e bigotti.
(Giuseppe Barbaglio, Gesù e Paolo: un confronto).

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