“Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva” (Mc 4, 37-38).
Benedetto uomo, non sai che non puoi dormire?
Che se dormi tu, tutto va in malora?
Su questo dormire di Gesù in noi, e sulla responsabilità che spesso noi ne abbiamo, qualche tempo fa avevamo mandato ad un nostro amico una citazione di
sant’Agostino, che diceva così:
“Se hai sentito un insulto, è come il vento;
se sei adirato, ecco la tempesta,
corre pericolo la nave,
corre pericolo il tuo cuore ed è agitato.
All’udire l’insulto tu desideri vendicarti:
ed ecco ti sei vendicato e, godendo del male altrui,
hai fatto naufragio.
E perché?
Perché in te dorme Cristo.
Che vuol dire:
In te dorme Cristo?
Ti sei dimenticato di Cristo.
Risveglia dunque Cristo, ricordati di Cristo, sia desto in te Cristo: considera lui...
Quando sorge una tentazione è come il vento; tu sei agitato, c’è la tempesta.
Sveglia Cristo: parli egli con te.
Chi è costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono? (Mc 4, 41)”.
Noi non sappiamo bene come sia finita, se, cioè, alla fine, il destinatario di quella nostra missiva si sia risolto a scuotere e ridestare l’Amico assopito in lui.
Sappiamo che però, questa di Agostino,
è una lezione valida anche e, soprattutto, per noi.
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