martedì 2 aprile 2013

Su questo dormire di Gesù in noi, e sulla responsabilità che spesso noi ne abbiamo

“Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. Gesù se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva” (Mc 4, 37-38)
Benedetto uomo, non sai che non puoi dormire? 
Che se dormi tu, tutto va in malora? 
Su questo dormire di Gesù in noi, e sulla responsabilità che spesso noi ne abbiamo, qualche tempo fa avevamo mandato ad un nostro amico una citazione di 
sant’Agostino, che diceva così

“Se hai sentito un insulto, è come il vento; 
se sei adirato, ecco la tempesta, 
corre pericolo la nave, 
corre pericolo il tuo cuore ed è agitato. 
All’udire l’insulto tu desideri vendicarti: 
ed ecco ti sei vendicato e, godendo del male altrui, 
hai fatto naufragio. 
E perché? 
Perché in te dorme Cristo
Che vuol dire: 
In te dorme Cristo? 
Ti sei dimenticato di Cristo. 
Risveglia dunque Cristo, ricordati di Cristo, sia desto in te Cristo: considera lui... 
Quando sorge una tentazione è come il vento; tu sei agitato, c’è la tempesta. 
Sveglia Cristo: parli egli con te. 
Chi è costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono? (Mc 4, 41)”. 

Noi non sappiamo bene come sia finita, se, cioè, alla fine, il destinatario di quella nostra missiva si sia risolto a scuotere e ridestare l’Amico assopito in lui. 
Sappiamo che però, questa di Agostino, 
è una lezione valida anche e, soprattutto, per noi.

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