giovedì 22 novembre 2012

Per il manifestarsi dell’anima, per il suo fiorire, il rapporto con il mondo non è evidentemente indifferente.


Se bisogna rinunciare a pensare ad uno sviluppo dell’anima, a una formazione o trasformazione delle qualità dell’anima, secondo la natura della capacità psichica, non bisogna invece rinunciare al pensiero di un accrescimento e di una maturazione dell’anima che si differenzia totalmente da un tale sviluppo.
L’anima non si presenta fin dall’inizio dello sviluppo psichico di un individuo, ma diventa visibile soltanto gradualmente.
E se il mondo “continua a scontrarsi in ogni singolo uomo” accade che anche l’anima continua a trasformarsi.
Sotto la coltre dello sviluppo psichico l’anima matura e imprime il suo marchio allo sviluppo, senza esserne essa stessa determinata. Il maturare e il palesarsi della vita e dello sviluppo del carattere vanno distinti l’uno dall’altro.
Per il manifestarsi dell’anima, per il suo fiorire, il rapporto con il mondo non è evidentemente indifferente.
Questo genere di rapporto, però, è completamente diverso dagli effetti che le circostanze esterne esercitano sulla formazione delle disposizioni originarie.
Perché una determinata disposizione possa dispiegarsi,
perché le capacità psichiche corrispondenti possano svilupparsi,
sono necessarie determinate circostanze esterne, ad esempio per un talento artistico è importante il rapporto con i valori estetici di riferimento.
È impossibile dire che cosa possa servire all’anima per il suo risveglio.
Tutto e qualsiasi cosa può improvvisamente entrare in una profondità in cui niente fino allora era capace di inoltrarsi.
Se ciò accade, non si viene a formare questa o quella capacità, ma è tutta la ricchezza dell’anima che si riversa nella vita attuale ed appare in essa, e solo allora la vita si fa “piena di calore”.
(E. STEIN, Psicologia e scienze dello spirito. Contributi per una fondazione filosofica, Città Nuova, Roma 1996, 250-251)

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