L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
martedì 27 maggio 2014
Per questa sua posizione organica centrale ed essenziale, la chiamiamo volentieri cuore della Chiesa.
Lc 1,39-56
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente.
Maria è il simbolo più perfetto della Chiesa perché ne è prototipo e origine.
Ne è anche un organo particolarissimo:
l’organo da cui fu formato tutto il Corpo mistico,
anzi il Capo stesso.
Per questa sua posizione organica centrale ed essenziale,
la chiamiamo volentieri cuore della Chiesa.
Le espressioni corpo, capo e cuore, sono certo delle immagini;
ma ciò che si intende esprimere è certamente una realtà.
Il capo e il cuore, infatti, svolgono, nel corpo umano, un compito d’eccezione:
tutti gli altri organi e membra da loro dipendono nel loro essere e nel loro agire,
e fra capo e cuore vi è una connessione specialissima.
Chiamare Maria nostra madre, non è una semplice immagine.
Maria è nostra madre in un senso reale ed eminente, in un senso, cioè,
che trascende la maternità terrena.
Ella ci ha generato alla vita della grazia,
quando ha donato tutta se stessa, tutto il suo essere, il suo corpo e la sua anima, alla maternità divina. E per questo che ci è tanto vicina.
Ci ama e ci conosce, siimpegna a fare di ciascuno di noi ciò che deve essere;
soprattutto a portare ciascuno di noi alla più intima unità col Signore.
Ma come la grazia non può compiere la propria azione nelle anime
se esse non le si aprono con tutta libertà,
così anche Maria non può realizzare in pieno la sua maternità,
se gli uomini non si abbandonano a Lei.
Le donne che desiderano adempiere la loro vocazione di donne,
nei diversi modi possibili,
raggiungeranno nel modo più sicuro il fine,
se terranno solo davanti agli occhi, in modo vivido,
l’immagine della Virgo-Mater e
cercheranno di imitarla nel proprio lavoro di formazione,
ma anche se si affideranno alla sua guida, ponendosi totalmente sotto la sua direzione.
Ella può formare a propria immagine coloro che le appartengono.
L’anima della donna deve essere
silenziosa
per ascoltare l’annuncio;
ampia e aperta
per andare ad annunciare;
luminosa,
perché non vi siano angoli bui in cui non possa penetrare il messaggio;
deve essere riservata e vuota di sé
per lasciare ampio spazio a chi riceve il messaggio;
e deve essere disponibile a ogni appello del Signore,
come quando Gesù chiama: “Maria”.
Edith Stein, La Donna.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento