giovedì 24 aprile 2014

La parola d'amore riporta in vita l'amico. Scioglie le bende che lo avvolgono e lo stringono in una morsa. Lo libera dalla maschera dietro la quale si nasconde.


Per dimostrare che cosa intende Gesù quando dice: «Io sono la risurrezione»,
Giovanni racconta la storia di Lazzaro.
Gesù risuscita Lazzaro,
che è morto e riposa già da quattro giorni nella tomba.
Le sue mani e i suoi piedi sono avvolti in bende, il suo volto è coperto da un sudario.
Giace nel sepolcro, chiuso da una grossa pietra e già manda odore.
Chi giace dietro la pietra della mancanza di rapporti con gli altri,
è tagliato fuori dalla vita;
va quindi incontro alla decomposizione
e tutto in lui finisce per avere un cattivo odore.
Il suo volto è coperto da un sudario:
la vita diventa solo una maschera;
quello che è veramente
è come morto.
È legato mani e piedi, non è veramente libero.
La risurrezione significa che la parola di Gesù,
che è parola d'amore,
passa attraverso la pietra per raggiungere l'amico.
La parola d'amore riporta in vita l'amico.
Scioglie le bende che lo avvolgono
e lo stringono in una morsa.
Lo libera dalla maschera dietro la quale si nasconde.
La risurrezione di Lazzaro dimostra che chi crede in Gesù vivrà,
anche dopo la morte.
Quest'ultima non può sciogliere i legami d'amore.
L'amore è più forte della morte:
attraversa qualsiasi pietra,
scioglie qualsiasi immobilismo.
Quello che morirà sarà sì il nostro corpo,
ma non il nostro vero Io.
La fede va oltre la morte,
arriva alla vita eterna.
Nella fede siamo già passati,
in questa vita terrena,
dalla morte alla vita,
dall'immobilismo alla vitalità,
dalla mancanza di rapporti umani all'amore.

(Nuovi volti di Gesù, pp. 114-116)
Gesù la risurrezione
Anselm Grün

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