lunedì 9 dicembre 2013

Mi hanno fatto capire quanto io sia prigioniero delle mie paure e della mia cultura.


Il povero, cammino d'unità

...Ma non è solo questo che mi ha insegnato Paolo: 
mi ha insegnato qualcos'altro. 
Mi ha fatto capire che 
in me ci sono degli spazi di odio, di violenza, di depressione, di paura; 
ha risvegliato in me alcune profonde ferite di angoscia, 
di cui ignoravo l'esistenza e che dormivano nel profondo, 
dietro alle mie barriere di potere, capacità, conoscenza, ipocrisia e desiderio di essere ammirato. 
Camminando con i poveri, 
ho toccato con mano la mia povertà. 
Le loro ferite mi hanno fatto percepire le mie. 
Mi hanno mostrato la mia paura di seguire davvero Gesù con fede, umiltà e povertà, e quante volte ho voluto fuggire, rifugiarmi nel sapere, nei sogni per il domani, nel potere e nelle sicurezze umane. 
Sì, i poveri mi urtano. 
Il grido profetico che alzano per essere compresi, 
per ottenere un po' di amicizia e perché si dia loro una possibilità, 
mi ha rivelato la mia durezza, il mio egoismo, il mio peccato e la mia resistenza ad ogni cambiamento interiore. 
Mi hanno fatto capire quanto io sia prigioniero delle mie paure e della mia cultura.
Eppure, io so che la mia alleanza è con loro; 
è in loro e con loro che io incontro Gesù Cristo; 
Gesù nascosto in chi ha fame o sete, 
in chi non ha casa o vestito, in chi è straniero, ammalato o prigioniero; 
Gesù la vita del mondo.
JEAN VANIER

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