venerdì 13 dicembre 2013

diventare "un" corpo nella Città Santa, dove nessuno è escluso e dove l'ultimo e il più debole hanno il loro proprio posto.


Il povero, cammino d'unità

...E se oggi non possiamo bere tutti insieme allo stesso calice il sangue di Cristo, 
beviamo insieme allo stesso calice la sofferenza, 
la sofferenza della divisione, 
della divisione fra noi come della divisione 
fra noi e i poveri e i sofferenti. 
Che possiamo rinnovare, con una umiltà più grande, 
la nostra totale fede in Gesù, vita del mondo! 
Gesù, la notte in cui fu tradito, prese il pane, lo benedisse, lo spezzò, 
lo diede ai suoi discepoli e disse: 
"Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo".
Spezzò il pane, segno del suo corpo spezzato. 
Anche noi siamo il suo corpo spezzato. 
La Chiesa è spezzata: l'umanità è spezzata. 
Piangiamo e chiediamo perdono a Dio, 
chiediamo perdono gli uni agli altri, 
e a tutti gli uomini e le donne della terra, 
soprattutto ai più poveri e ai più deboli, 
per avere così spesso sfigurato il messaggio di Gesù. 
Lasciamo allora che si impossessi oggi del cuore di ciascuno di noi, 
lo benedica e lo spezzi, spezzando così la nostra durezza e il nostro orgoglio, 
e lo doni, rinato nell'amore e nell'umiltà, 
trasformato in sé dallo Spirito Santo, 
a tutti gli uomini e a tutte le donne e, in particolare, 
a chi è povero, isolato o perduto.
Ma noi, corpo spezzato, cerchiamo di diventare "un" corpo nella Città Santa, 
dove nessuno è escluso e dove l'ultimo e il più debole hanno il loro proprio posto.
È la nostra speranza per la vita e per la redenzione di tutti gli uomini e di tutte le donne. E questo si realizzerà quando diventeremo davvero figli suoi, 
che con una profonda fede in lui pregano davvero: 
"Padre nostro".
JEAN VANIER

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