mercoledì 24 aprile 2013

siamo chiamati a opporre il mistero della vera comunione alle relazioni menzognere tra gli uomini.

Noi siamo chiamati a incarnare, in una maniera vivace e creativa, i fondamenti della nostra chiesa: la “cattolicità” e la divino-umanità.
Noi siamo chiamati a opporre il mistero della vera comunione alle relazioni menzognere tra gli uomini. È, infatti, l’unica via in cui si può esprimere l’amore di Cristo, l’unica via della vita. Al di fuori d’essa, non vi è che morte e ceneri, morte per gli odi molteplici che dividono l’umanità contemporanea tra le classi, le nazioni, le razze....
Ad ogni forma di totalitarismo di ordine mistico, dobbiamo opporre un’unica realtà: la persona, l’immagine di Dio nell’uomo.
A tutte le forme di individualismo passivo nella democrazia, dobbiamo opporre la “cattolicità”, la sobornost.
Rassicuratevi.
Non vi è in questo nulla di sistematico. Noi desideriamo semplicemente tentare di vivere come ci insegna il secondo comandamento di Cristo, che deve determinare ogni nostro atteggiamento nei confronti degli uomini in questa vita sulla terra. Desideriamo cercare di vivere in maniera tale che quelli di fuori possano presentire nella vita cristiana la sola possibilità di salvezza, la bellezza suprema, la verità che supera ogni negazione.
Arriveremo a incarnare le nostre speranze?
Non lo sappiamo. Al limite, è opera di Dio.
Ma, con la volontà del Signore, con il suo aiuto e la sua grazia, ciascuno di noi è chiamato ad impegnarsi con tutte le sue forze, a non temere lo sforzo più duro, a dare la propria anima per i suoi amici. Ora, ciascuno di noi è, asceticamente e in un sacrificio d’amore, chiamato a seguire il Cristo sino al Golgota che gli è destinato. (Maria Skobtsova, Le sacrement du frère).

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