mercoledì 10 aprile 2013

mi ha sempre sconvolto, in ogni stagione della mia vita, ciò che accadde “prima”, quel gesto netto, deciso, compiuto senza precauzioni e senza mezzi termini.

Il profeta Elia è in crisi, sta male, non c’è acqua né cibo in tutta la regione a causa di una forte carestia. Dio gli indica di recarsi nel paese di Zarepta e di cercare una donna che potrà aiutarlo. È una vedova, po- verissima che, quando lui le chiede da bere, si confida dicendogli che possiede solo un pugno di farina e un goccio d’olio, sufficienti solo per un’ultima focaccia per se stessa ed il proprio figlio. Poi di sicuro mori- ranno. Ma lui sconvolge i suoi piani e le chiede di fare subito una focaccia anche per lui. Dovrà fidarsi di Dio che farà in modo che sia la farina che l’olio bastino finché ce ne sarà bisogno. E lei che fa? Va e fa ...“così come gli aveva detto Elia”. Il racconto termina riferendo che “la farina nella gia- ra non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì” così come Dio aveva promesso, attraverso le parole di Elia. È tutto qua. Ci sarebbero stati mille motivi per discu- tere e per rifiutarsi. Non c’era logica nella richiesta di Elia. Devo dire che mi ha sempre emozionato il finale del racconto, in cui si dice che Dio ripagò la disponibilità della donna, come a rassicurarci del fatto che ogni risorsa messa in gioco per gli altri non vedrà la sua fine, ma sarà perennemente moltiplicata. Ma questa parte per noi rappresenta forse il momento più facile, quello della constatazione, del “dopo”. Invece mi ha sempre sconvolto, in ogni stagione della mia vita, ciò che accadde “prima”, quel gesto netto,  deciso, compiuto senza precauzioni e senza mezzi termini. È lì che si gioca la grandezza di quella don- na. La Bibbia lo racconta così: “la donna andò e fece così come gli aveva detto Elia”. Punto. E questa è la fede.
Pier Luigi Ricci

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