Il profeta Elia è in crisi, sta male, non c’è acqua né
cibo in tutta la regione a causa di una forte carestia.
Dio gli indica di recarsi nel paese di Zarepta e di cercare una donna che potrà aiutarlo. È una vedova, po-
verissima che, quando lui le chiede da bere, si confida
dicendogli che possiede solo un pugno di farina e un
goccio d’olio, sufficienti solo per un’ultima focaccia
per se stessa ed il proprio figlio. Poi di sicuro mori-
ranno.
Ma lui sconvolge i suoi piani e le chiede di fare subito
una focaccia anche per lui. Dovrà fidarsi di Dio che
farà in modo che sia la farina che l’olio bastino finché
ce ne sarà bisogno. E lei che fa? Va e fa ...“così come
gli aveva detto Elia”.
Il racconto termina riferendo che “la farina nella gia-
ra non venne meno e l’orcio dell’olio non diminuì”
così come Dio aveva promesso, attraverso le parole
di Elia.
È tutto qua. Ci sarebbero stati mille motivi per discu-
tere e per rifiutarsi. Non c’era logica nella richiesta
di Elia.
Devo dire che mi ha sempre emozionato il finale del
racconto, in cui si dice che Dio ripagò la disponibilità
della donna, come a rassicurarci del fatto che ogni
risorsa messa in gioco per gli altri non vedrà la sua
fine, ma sarà perennemente moltiplicata. Ma questa
parte per noi rappresenta forse il momento più facile,
quello della constatazione, del “dopo”.
Invece mi ha sempre sconvolto, in ogni stagione della
mia vita, ciò che accadde “prima”, quel gesto netto, deciso, compiuto senza precauzioni e senza mezzi
termini. È lì che si gioca la grandezza di quella don-
na. La Bibbia lo racconta così: “la donna andò e fece
così come gli aveva detto Elia”. Punto. E questa è
la fede.
Pier Luigi Ricci
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
mercoledì 10 aprile 2013
mi ha sempre sconvolto, in ogni stagione della mia vita, ciò che accadde “prima”, quel gesto netto, deciso, compiuto senza precauzioni e senza mezzi termini.
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