domenica 24 marzo 2013

un anniversario offre un pretesto o un motivo felice per assestare un colpo culturale a un certo luogo della storia mondiale, e probabilmente un simile colpo non passa senza lasciare una traccia

Ho pensato più volte che gli attuali festeggiamenti degli anniversari di grandi uomini devono esercitare un’influenza culturale assai benefica, in quanto costringono la gente a imparare e conoscere almeno un po’ alcuni nomi, di cui, probabilmente, la maggior parte di essi non sospettava neanche l’esistenza. Certamente sarebbe bene che tali nomi fossero noti a tutti anche senza anniversari. Ma un anniversario offre un pretesto o un motivo felice per assestare un colpo culturale a un certo luogo della storia mondiale, e probabilmente un simile colpo non passa senza lasciare una traccia. Come vedi, cara mammina, resto fermo nella mia convinzione che non ci sia cultura laddove non esiste il ricordo del passato, la gratitudine verso il passato e la salvaguardia dei valori; resto fermo, cioè, nel concepire l’umanità come un insieme unico, non solo nello spazio, ma anche nel tempo. La cultura viva combina in sé tendenze che si oppongono e si sostengono: conservare ciò che è vecchio e creare ciò che è nuovo, il contatto con l’umanità e una grande flessibilità del proprio approccio alla vita. E solo in presenza di entrambe queste tendenze è possibile la percezione del nuovo e la benevolenza verso tutto ciò che la merita, sullo sfondo della cultura mondiale e non dal punto di vista di una comprensione casuale, provinciale e limitata. (Pavel Florensij, Non dimenticatemi). 

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