L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
mercoledì 27 marzo 2013
La misericordia, la si semina sulla terra, ma è in cielo che germoglia. La si pianta nel povero, ma è in Dio che la si moltiplica.
Quanto dai al bisognoso, è un guadagno anche per te stesso. Quanto riduce il tuo capitale, accresce in realtà il tuo profitto. Il pane che dai ai poveri, è esso ad alimentarti. Perché chi prova compassione per il bisognoso, coltiva se stesso con i frutti della propria umanità. La misericordia, la si semina sulla terra, ma è in cielo che germoglia. La si pianta nel povero, ma è in Dio che la si moltiplica. [...] Perché tu, al povero, non dai del tuo, ma semplicemente restituisci del suo. Perché ciò che è comune ed è stato creato per l’uso da parte di tutti, ebbene, di questo, ora tu solo ne stai usando. La terra è di tutti, non soltanto dei ricchi. Ma sono molto più numerosi quelli che non ne godono di quelli che ne sfruttano. Quando tu aiuti, dunque, non dai gratuitamente quel che non sei tenuto a dare, ma ti limiti a pagare un debito [0747C]. Voi, viceversa, denudate gli uomini e rivestite le vostre pareti. Il povero nudo geme alla tua porta, e tu non ti degni di guardarlo in faccia, preoccupato come sei solamente dei marmi con cui ti appresti a ricoprire i tuoi pavimenti. Il povero ti domanda il pane e non lo ottiene, mentre i tuoi cavalli rodono l'oro del freno sotto i loro denti. Che severo giudizio stai preparando per te stesso, o ricco! Il popolo ha fame e tu chiudi i tuoi granai. È povero sul serio colui che ha i mezzi per liberare tante vite dalla morte e non lo fa! Le pietre del tuo anello avrebbero potuto salvare le vite di un intero popolo. [0748D]. È il proprietario che deve essere signore della proprietà, non la proprietà signora del proprietario! Ma chiunque usa del patrimonio di cui dispone a proprio arbitrio, e non sa dare con larghezza né ripartire con i poveri, costui è servo dei propri averi, anziché signore di essi. [0751D]. (Ambrogio di Milano, De Nabuthe Jezraelita Liber Unus).
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