L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
martedì 19 marzo 2013
tutti coloro che parteciparono alla Shoah avevano ricevuto nella loro infanzia il battesimo cattolico o protestante: non vi trovarono alcun divieto!
La lettura del Vangelo è sempre stata compromessa, ai miei occhi - ai nostri occhi - dalla Storia. Giunge allora ciò che voi chiamate Olocausto e noi Shoah. Qui esplosero due evidenze. Innanzitutto il fatto che tutti coloro che parteciparono alla Shoah avevano ricevuto nella loro infanzia il battesimo cattolico o protestante: non vi trovarono alcun divieto! Seconda cosa, molto importante: è in questo tempo che mi si mostrò chiaramente ciò che voi chiamate carità e misericordia. Ovunque appariva una tonaca nera c’era rifugio. Il discorso, in alcuni luoghi, era ancora possibile. Vi racconto una storia. Durante la guerra ero stato mobilitato in un servizio della capitale. Un compagno, nell’ufficio, aveva perso un figlio. Il padre era ebreo ma la madre cristiana; il servizio funebre si svolse nella chiesa di Sant’Agostino. Era prima del 10 maggio 1940, ma il nostro antico mondo era già in crisi. Durante la cerimonia funebre ero vicino a un’immagine, tela o affresco, che rappresentava una scena da 1° Samuele: Anna conduce al Tempio suo figlio Samuele. Questo era ancora il mio mondo. Soprattutto Anna, straordinaria figura di donna ebrea. Ho pensato alla sua silenziosa preghiera: “Le sue labbra si muovevano ma la sua voce non si sentiva”; ho pensato al malinteso con il sacerdote Eli e a come lei risponde: “No, mio signore, sono una donna affranta; non ho bevuto né vino né alcuna bevanda inebriante: stavo solo sfogandomi davanti a Dio”. Questa donna pronunciava la vera preghiera del cuore: lo svuotarsi di un’anima. Relazione autentica, concretezza dell’anima, personificazione della relazione. Ecco ciò che ho visto nella Chiesa. Che prossimità! Tale prossimità resta in me. Penso anche di essere debitore verso tale carità. Devo la vita della mia piccola famiglia a un monastero in cui mia moglie e mia figlia furono salvate. (Emmanuel Lévinas, À l’Heure des Nations).
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