L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
giovedì 21 marzo 2013
prende le distanze dalla questione del dovere morale (o non riesce a porsela correttamente), adottando invece i precetti dell’interesse razionale e dell’autoconservazione
La lezione dell’Olocausto sta nella facilita con cui la maggior parte degli individui – in una situazione nella quale non esiste una scelta “buona”, o che rende quest’ultima assai costosa – prende le distanze dalla questione del dovere morale (o non riesce a porsela correttamente), adottando invece i precetti dell’interesse razionale e dell’autoconservazione. In un sistema in cui la razionalità e l’etica spingono in due direzioni diverse, l’umanità subisce i danni maggiori. Il male può svolgere il suo sporco lavoro, sperando che la maggior parte degli individui si astenga dal compiere gesti avventati e imprudenti; e resistere al male è avventato e imprudente. Il male non ha bisogno né di seguaci entusiasti, né di un pubblico plaudente. Basterà l’istinto di conservazione, incoraggiato dal pensiero che induce a dire: non è ancora il mio turno, grazie a Dio, mentendo ora posso ancora salvarmi. [...] La seconda lezione ci dice che non è affatto scontato o inevitabile porre l’autoconservazione al di sopra del dovere morale. Si possono subire pressioni in questo senso, ma non si può essere costretti a farlo, e di conseguenza non si possono scaricare le proprie responsabilità su coloro che esercitano le pressioni. Non importa quante persone abbiano preferito il dovere morale alla razionalità dell’autoconservazione, ciò che importa è che qualcuno l’abbia fatto. Il male non è onnipotente. È possibile resistergli. La testimonianza di coloro che effettivamente gli hanno opposto resistenza scuote la validità della logica dell’autoconservazione. Mostra ciò che essa è, in ultima analisi: una scelta. Ci chiediamo quante persone debbano sfidare questa logica affinché il male sia ridotto all’impotenza. Esiste una soglia magica di resistenza al di là della quale la tecnologia del male cessa di funzionare? (Zygmunt Bauman, Modernità e Olocausto)
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