Questa quaresima diviene così un tempo privilegiato di grazia e di riconciliazione.
È la chiesa intera che cammina verso la pasqua rivivendo in pienezza il mistero della redenzione e ciascun fedele deve sentirsi solidale con tutta l'umanità riscattata da Cristo.
Non ci può essere riconciliazione senza conversione. E la conversione dell'uomo non è altro che un riprendere a seguire la voce del Signore: «10 sono il Signore tuo Dio, non avrai altro Dio al di fuori di me» (cf. Es 20,2).
Siamo peccatori tutte le volte che la voce del mondo, la voce di tutto ciò che non è Dio, diventa il nostro cammino. Nella conversione tutte queste voci vengono abbandonate e la voce di Dio ritorna ad essere la nostra strada.
La conversione non è quindi un semplice rinnovo interiore dell'uomo: è un atteggiamento nei riguardi di Dio che coinvolge il cuore, la mente e la vita. Riprendendo l'ascolto del Signore, il dialogo con lui, noi possiamo riconciliarci con i fratelli.
La conversione però non si compie una volta per sempre. È un cammino lungo, lento, paziente, fatto di umiltà, di amore, di compunzione. Un cammino che si fa nella e con la chiesa, attraverso l'ascolto della Parola, la preghiera, la penitenza, soprattutto attraverso i sacramenti.
Per questo riteniamo utile pubblicare alcune parole pronunciate dal cardo Martini, a partire dal maggio scorso, in varie occasioni.
In esse ciascuno di noi può trovare un prezioso aiuto per riflettere sul proprio cammino di conversione, per interrogarsi su come viviamo i sacramenti che la redenzione di Gesù ci ha donato, specialmente l'eucaristia e la riconciliazione, seguendo le orme dei santi: da Paolo ad Ambrogio a Carlo.
Saremo così guidati dal nostro arcivescovo nella salita verso la pasqua del Signore.
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