domenica 10 febbraio 2013

Ci consegnamo al silenzio


SIGNORE PRIMA DI ACCOGLIERTI NEL SILENZIO               


Signore,
prima di accoglierti nel silenzio,
prima di consegnarci
al silenzio dello stare con te,
vorremmo raccogliere il linguaggio d'amore
di tanti che in te hanno creduto;
e farci prestare da loro quelle parole
che noi stentiamo a trovare.
Vogliamo dirti,
con le parole incerte e sincere di Pietro,
<< Signore, tu sai tutto, tu sai che ti voglio bene >>,.
Vogliamo cantare con il salmista:
“Ti amo, Signore, mia forza,
Signore, mia roccia, mia fortezza, mio liberatore,>>.
 0 con Agostino:
“ Signore, hai gridato, e hai vinto la mia sordità;
hai brillato, e dissipato la mia cecità;
hai sparso il tuo profumo,
io l'ho respirato e ora anelo a te.
Mi hai toccato,
e ardo dal desiderio della tua pace ”.
Vogliamo spezzare anche noi
il nostro vaso di alabastro.
E’ pieno dei profumo della nostra vita,
che è dono tuo,
della nostra libertà, del nostro desiderio di amare. 
Questo profumo non ci appartiene più,
ed è segno della nostra presenza presso di te. 
Ti chiediamo, Signore, uno sguardo di bontà
per quanti disprezzano il gesto di amarti;
nella loro ostilità è riflessa
anche la durezza dei nostro cuore;
rendici capaci di non giudicarti,
e tuttavia di non lasciarci allontanare
dallo stare con te.
Ti preghiamo, Signore,
per quanti non hanno il coraggio
di lasciarsi amare da te,
perché temono di perdersi in questo amore;  
per quanti ti cercano soltanto con la ragione,
e non riescono ad avventurarsi
lungo i sentieri misteriosi dell'amore,
del dono di sé, del perdersi per trovarti.
Ci consegnamo al silenzio:
insegna noi ciò che la donna di Betania
ha saputo intuire:
l'amore è inesprimibile,
e deve trovare il coraggio dei silenzio per dirsi.
Consentici di vivere il silenzio
non come un inutile vuoto,
ma come il linguaggio che sta oltre le parole,
come l'espressione più intensa
del nostro amore per te;
fa' che comprendiamo che anche il tuo silenzio
altro non è che il comunicarsi di una Presenza
alla quale non possono bastare le parole.

Paola Bignardi

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