Non
appena arrivai a Daybreak, Linda, una donna giovane e bella con la
sindrome di Down, mi gettò le braccia al collo e disse: «Benvenuto».
Fa così con ogni nuovo arrivato, e lo fa ogni volta con convinzione
e amore senza riserve. Ma come ricevere un abbraccio del genere?
Linda non mi aveva mai incontrato. Non aveva la minima cognizione di
come ero vissuto prima di andare a Daybreak. Non aveva mai avuto
occasione di incontrare il mio lato oscuro, né di scoprire i miei
angoli di luce. Non aveva mai letto nessuno dei miei libri, non mi
aveva mai sentito parlare né mai aveva avuto una qualche
conversazione con me.
Avrei
dovuto solo sorridere, definirla graziosa e passare oltre come se
niente fosse accaduto? Oppure anche Linda stava in qualche modo sulla
pedana e con il suo gesto diceva: «Avanti, non essere scontroso, tuo
Padre vuole trattenere anche te!». Sembra così ogni volta che devo
fare una scelta tra "spiegare" questi gesti o semplicemente
accettarli come inviti a salire più su e più vicino - si tratti del
benvenuto di Linda, la stretta di mano di Bill, il sorriso di
Gregory, il silenzio di Adam o le parole di Raymond.
HENRI J. M. NOUWEN
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