Cristo è venuto a salvare noi vagabondi dall’inutilità, ad assicurare ai nostri passi una strada certa: com’è diverso l’homo viator, l’uomo camminatore come è concepito dalla mentalità cristiana. Egli infatti è colmo di dolore e di certezza, cioè umile; è colmo di dolore perché è ben consapevole dell’incoerenza, dei tradimenti, ma attraverso essi sempre passa trionfando l’evidenza e la certezza della presenza di Cristo, la volontà della Sua Presenza, e la sua vita è testimoniata dalla Sua Presenza, anche attraverso il male. Sperando l’insperabile, in spe contra spem: la prima grande coordinata, la coordinata dell’amore, nell’uomo teso nel cammino al destino, è la speranza. Spe erectus, dice San Paolo, descrivendo l’uomo cristiano, diritto nella speranza. Cadesse mille volte al giorno, queste cadute sono in lui, ma è come se fossero non sue, sempre di meno sue. Sperando contro ogni apparenza, eretto in una speranza invincibile. Cristo è il contenuto di questa speranza invincibile: tutto è per il bene, tutto è per la sua gloria.
Luigi Giussani, Spirto gentil, Bur Saggi
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