giovedì 16 febbraio 2012

ma la Messa continua sugli ignoti calvari

Tra pochi giorni la quaresima. Mi piace riflettere alcune parole di Don Primo. 
Vi sono tanti giorni in cui la nostra chiesa, il nostro tabernacolo è vuoto. 
Sere buie del Venerdi Santo. Solo un grande Crocifisso aumenta la sua ombra agghiacciante e il suo assordante silenzio. Con tutto il carico di dolori veniamo inchiodati. Anche se entriamo per curiosare, vi restiamo... crocifissi.


Questa sera il tabernacolo è vuoto, 
la croce è nuda, 
chiuso il sepolcro, 
gli altari desolati, 
ma la Messa continua 
sugli ignoti calvari di una terra 
ove ogni picco, 
ogni greco, 
ogni preda è un tabernacolo, 
un altare, 
una croce.
Il mio prete ha tolto anche i grossi candelieri di ferro battuto: 

sull'altare non c'è che il grande crocifisso 
e la sua ombra fatta anche più grande.
Questa nudità m'agghiaccia.
Ho l'impressione di trovarmi per la prima volta in faccia alla morte, all'ingiustizia, al dolore, alla guerra... 

Come siano arrivate queste nostre tristezze fin sull'altare, non so: 
come si siano legate a quel tronco, fatte una sola cosa col crocifisso, non so...
So che ci sono anch'io lassù, sul legno, inchiodato sul legno...
inchiodato con la fame di tutti gli uomini,
con l'esilio di tutti,
con la desolazione di tutti,
con l'odio che fa la guerra,
con la menzogna che fa l'ingiustizia.
Son venuto per vedere e mi trovo inchiodato. 

Sono anch'io un crocifisso!
Quanti siamo qui o anche gli altri..., tutti dei crocifissi.

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