Mt 11- La domanda: “Sei tu colui che
deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”, sembra di
carattere teorico, eppure Cristo non dà una risposta dottrinale e
neppure definisce Se stesso con un qualche enunciato, ma risponde con
i fatti: “Andate e riferite a
Giovanni ciò che udite e vedete” (v. 4). L’identità di
Gesù, per la sua ineffabile natura divina, non si lascia incapsulare
da alcuna definizione di tipo scientifico. Il mistero dell’identità
di Gesù è inesorabilmente aldilà di tutte le definizioni, le quali
sono insufficienti a descrivere l’Infinito. Per questa ragione,
Gesù non affida la propria divina identità ad alcuna definizione,
lasciando piuttosto intravedere il mistero attraverso i segni
messianici. Nella nostra vita cristiana non possiamo pretendere di
racchiudere in una definizione il mistero di Cristo, ma possiamo
soltanto cogliere la sua presenza nei segni indelebili che Egli è
solito lasciare al suo passaggio. Non abbiamo nessun altro modo per
risalire all’azione di Cristo e per essere rassicurati della sua
opera nella nostra vita. A renderci certi dell’opera di Cristo in
mezzo a noi non sarà tanto una definizione, né una dimostrazione
scientifica, quanto piuttosto l’acquisizione di una vista acuta e
capace di vederlo nei suoi segni. Il brano evangelico odierno elenca
i segni messianici nel modo seguente: la guarigione dei ciechi, il
recupero della libertà di movimento, la guarigione dalla lebbra,
dalla sordità, la resurrezione dei morti, la predicazione del
Vangelo (cfr. v. 5). Questi segni messianici si realizzano
costantemente nella vita della Chiesa, perché la presenza del
Risorto dona continuamente ai credenti il soffio dello Spirito, che
comunica la pienezza della vita. La guarigione della vista,
dell’udito, il recupero della libertà del movimento, della caduta
della lebbra, sono esperienze di guarigione che vanno applicate
all’uomo interiore. Tutti coloro che hanno incontrato davvero
Gesù Cristo, ne hanno fatto esperienza, e perciò non possono
dubitare di Lui in alcun modo.
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
domenica 17 novembre 2013
L’identità di Gesù, per la sua ineffabile natura divina, non si lascia incapsulare da alcuna definizione di tipo scientifico
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