venerdì 11 ottobre 2013

conoscere anche noi la gioia folle ed esuberante della nostra sorella acqua,


 Eloi Leclerc, La sapienza di un povero

Non si può impedire al sole di illuminare il mondo - cap. 10

 Scesero lungo il pendio d’un burrone, in fondo al quale s’udiva gemere un torrente.
Il luogo era solitario e bello d’una bellezza selvaggia e pura.
L’acqua schiumeggiava sulle rocce, ilare e chiara, piena di fugaci riflessi azzurrini.
Se ne diffondeva un gran senso di fresco,
che s’insinuava nel sottobosco circostante.
Alcuni ginepri erano fioriti qua e là fra le rocce al di sopra dell’acqua tumultuosa.
- Nostra sorella acqua! - esclamò Francesco avvicinandosi al torrente. - La tua purezza canta l’innocenza di Dio!
Saltando dall’una all’altra pietra, Leone si affrettò ad attraversare il torrente.
Francesco gli tenne dietro, ma ci impiegò più tempo.
Leone, che lo aspettava in piedi sull’altra riva,
guardava l’acqua limpida che scorreva veloce sulla sabbia dorata dal sole fra le rocce grigie.
Quando Francesco l’ebbe raggiunto,
Leone stava ancora nella sua attitudine contemplativa.
Pareva che non potesse più distaccarsi da quello spettacolo.
Francesco lo guardò e lo sorprese triste.
- Hai l’aria pensosa - gli disse Francesco.
- Se noi potessimo disporre di un po’ di questa purezza - rispose Leone -
potremmo conoscere anche noi la gioia folle ed esuberante della nostra sorella acqua,
nonché il suo slancio irresistibile.
Traspariva in queste parole una profonda nostalgia.
E lo sguardo di Leone fissava, colmo di tristezza,
il ruscello che continuava a scorrere nella sua inafferrabile purezza.
- Vieni - disse Francesco, tirandolo per un braccio.

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