lunedì 4 febbraio 2013

il giudice di tutti è Cristo


 La figura dell’indemoniato suggerisce diverse riflessioni sui mutamenti che avvengono in colui che viene a trovarsi sotto il potere del male. L’influsso di Satana sulla persona umana, produce innanzitutto uno snaturamento del pensiero e dei sentimenti che dovrebbero albergare nel cuore dell’uomo giusto. Snaturando i contenuti della vita interiore, si snaturano anche le relazioni interpersonali, si spezza l’autentica comunicazione umana, e la persona viene spinta verso un isolamento sempre maggiore: “veniva spinto dal demonio in luoghi deserti” (Lc 8,29). Questo è un campanello d’allarme da tenere in seria considerazione: tutte le volte che lo spirito del male agisce sul nostro pensiero e sulla nostra sensibilità, si altera a poco a poco la relazione d’amore con il nostro prossimo, fino a spezzarsi, e ci si sente spinti verso la solitudine del deserto, lontano dalla comunità cristiana. La forza centrifuga, che ci spinge lontano dalla comunione coi fratelli di fede, si avvale di molti ragionamenti plausibili, facendo leva soprattutto sulle aspettative personali a cui la comunità cristiana non ha risposto. In tal modo, nella convinzione di essere stati vittime di un’ingiustizia, l’idea di tagliare i ponti con tutti viene presentata dal tentatore come la giusta sanzione. Satana, però, si guarda bene dal far risorgere nella nostra mente il ricordo di una fondamentale verità, udita mille volte nella predicazione apostolica: il giudice di tutti è Cristo. Né si può chiedere la sua misericordia nell’ultimo giudizio, non avendola concessa al nostro prossimo nei brevi giorni della vita terrena. Nascondendo questa verità, il tentatore estirpa, dai legami salvifici della comunione ecclesiale, lo sprovveduto che presta fiducia ai suoi suggerimenti. Lo spirito di giudizio è l’origine di tutti gli scismi.
Don Vincenzo Cuffaro  

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