Ho usato l'espressione "abbracciati dal mistero" perché mi sembra possa in qualche modo evocare il paradosso, il paradosso della Trinità, dove il mistero è immenso eppure vicino, dove la trascendenza di Dio non è lontana, non è fredda, non incute timore, dove i nomi sono Padre, Figlio, Spirito.
Noi - perdonatemi - abbiamo fatto l'abitudine a dire Padre, Figlio, Spirito Santo e quasi più non ci stupisce che Dio abbia usato i nostri nomi per raccontare di sé, per raccontare del mistero che lo fa vivere. Più non ci prende l'emozione che abbia usato questi nomi: padre, figlio, spirito.
Anzi - dirò una cosa che a qualcuno sembrerà ancor più grave - quei nomi: padre, figlio, spirito santo, li abbiamo scritti con la maiuscola e a volte - perdonatemi - c'è rimasto poco dell'emozione del padre, del figlio, dello spirito. L'emozione dei volti che fanno la Trinità.
Sono parole che abbracciano, ma ecco che, riferite alla Trinità, nell'immaginario dei nostri catechismi hanno finito, sì, hanno finito di abbracciare.
Angelo Casati
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