L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
sabato 7 gennaio 2012
essere accolto dentro di noi
Il Libro del Signore
Il Vangelo è il libro della vita del Signore. E' fatto per diventare il libro della nostra vita.
Non è fatto per essere compreso, ma per accostarvisi come a una soglia di mistero.
Non è fatto per essere letto, ma per essere accolto dentro di noi.
Ciascuna delle sue parole è spirito e vita. Agili e libere, esse non attendono altro che l'avidità della nostra
anima per fondersi con lei. Vive, sono esse stesse come il lievito iniziale che intaccherà la nostra pasta e la
farà fermentare in uno stile di vita nuovo.
Le parole dei libri umani si comprendono e si soppesano.
Le parole del Vangelo sono subìte e sopportate.
Noi assimiliamo le parole dei libri.
Le parole del Vangelo ci plasmano, ci modificano, in un certo senso ci assimilano a sé.
Le parole del Vangelo sono miracolose. Non ci trasformano, perché noi non chiediamo loro di trasformarci.
Ma in ogni frase di Gesù, in ciascuno dei suoi esempi permane la virtù folgorante che guariva, purificava,
risuscitava. A condizione di stare di fronte a lui come il paralitico o il centurione; di agire immediatamente in
piena obbedienza.
Nel Vangelo di Gesù ci sono brani quasi del tutto misteriosi. Non sappiamo come farli passare nella nostra
vita. Ma ve ne sono altri impietosamente limpidi. Una fedeltà candida a ciò che comprendiamo ci condurrà a
comprendere quanto resta misterioso.
Se siamo chiamati a semplificare ciò che ci sembra complicato, non siamo invece mai chiamati a complicare
ciò che è semplice.
Quando Gesù ci dice: « Non richiedere ciò che hai dato in prestito », oppure « Si, sì; no, no: tutto il resto
viene dal Maligno», ci è chiesto solo di obbedire... e non saranno i ragionamenti ad aiutarci in questo.
Ci aiuterà invece il portare, il « conservare » in noi, al caldo della nostra fede e della nostra speranza, la
parola cui vogliamo obbedire. Tra questa e la nostra volontà si stabilirà come un patto di vita.
Quando teniamo il Vangelo tra le mani, dovremmo pensare che vi abita il Verbo che vuol farsi carne in noi,
impossessarsi di noi, perché con il suo cuore innestato sul nostro, con il suo spirito inserito nel nostro spirito,
noi ricominciamo la sua vita in un altro luogo, in un altro tempo, in un'altra società umana.
Approfondire il Vangelo cosi, significa rinunciare alla nostra vita per ricevere un destino che ha per unica
forma il Cristo.
Madeleine Delbrêl, Nota inedita, scritta verso l'anno 1946 (La gioia di credere, 31-32).
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