domenica 1 gennaio 2012

Ci stiamo rendendo conto quali sono le cose che contano

Per augurare Buon Anno prendo spunto dall'articolo di Beppe Severgnini... ...Se contassimo le copertine e i titoli che la stampa di lingua inglese ha dedicato, quest'anno, all'inevitabile collasso dell'euro, potremmo concludere che in Europa siamo tornati al baratto, o a scambiarci conchiglie. Non è andata così. L'Italia, l'Europa e il mondo sono arrivati alla fine di un altro anno impegnativo, ma non inutile. La sensazione è che - lentamente - stiamo capendo cosa è importante. È in atto un processo di semplificazione che non riguarda solo una moneta o l'economia; tocca la vita privata, la vita pubblica, il diritto e quasi tutte le industrie che conosciamo. Bisogna lavorare meglio, lavorare più a lungo, sprecare meno e non rubare: più che un programma, è diventato un obbligo, per l'Italia e non solo. Ci stiamo rendendo conto quali sono le cose che contano; e abbiamo meno pazienza per le cose e le persone che non contano. È il compiacimento che porta agli eccessi, alla superficialità e alla tolleranza dell'incompetenza: lo ha dimostrato, nel 2011, la politica italiana, ma il fenomeno è più diffuso. Tocca le aziende, le famiglie e le persone. «Back to basics»: tornare ai fondamentali è un esercizio che ogni società, periodicamente, deve compiere...
 Mi domando perchè dobbiamo sempre aspettare di toccare il fondo per deciderci di metterci sul giusto cammino. Ecco allora ci poniamo davanti cinque propositi o obiettivi o mete o sogni o impegni o per qualcuno anche follie suggeriti da Don Pappalardo http://www.donboscoland.it/articoli/articolo.php?id=128618 Ecco il primo: quando ci sarà il conto alla rovescia, penserò: Ciò che mi ha aiutato a crescere da piccolo è stata la meraviglia delle nuove scoperte, ciò che mi fa imparare da grande è la commozione dinanzi alla realtà, ciò che mi rasserenerà alla fine della vita sarà la gratitudine per quanto ho ricevuto. Il secondo è questo: quando ci sarà l’apertura dello spumante, penserò: Mi lascerò meravigliare da ciò che mi circonda, ancora una volta, almeno una volta, per un attimo, nella libertà, per gustare il vero sapore della realtà, con i piedi per terra e lo sguardo in cielo. Soltanto in quell’istante che sa di eternità, io sarò, saprò, vivrò, piangerò, gioirò, amerò. Il terzo, quando ci saranno i botti, è: Alza gli occhi al cielo, guarda al di là delle nuvole, cerca un bagliore che ti accechi, ti illumini, ti trafigga! Poi con stupore conservalo e con cura donalo. Il quarto lo penserò quando ci scambieremo gli auguri: Crescere è passare dall’emozione alla meraviglia, dalla meraviglia al desiderio, dal desiderio all’affezione, dall’affezione alla comunione, dalla comunione alla amore, dall’amore al dono...e infine non avere paura di ricominciare di nuovo come la prima volta, come ogni volta. Il quinto lo riserverò per il momento in cui per un attimo mi apparto, come ogni anno, per una breve preghiera di ringraziamento: Non lasciare scappare i tuoi sogni, non farteli strappare dalla banalità e dall’indifferenza, non abbandonarli per paura o stanchezza, non sotterrarli senza averci almeno provato, non tenerli solo per te ma parlane a chi vuoi bene, a chi può aiutarti e camminare con te. Non dimenticare che i sogni hanno le ali che si muovono col battito del cuore, con la spinta dell’intelligenza, con la leggerezza dell’umiltà, con la dinamicità degli affetti, con la prospettiva della speranza, con il coraggio delle idee, con la certezza della fede. Infine, quando sarò stanco, quando avrò sonno, quando sarò tornato a casa nella notte, pensando che tutto questo è da vivere, che è da vivere insieme agli altri, che è “qui e non ancora”, con un occhio chiuso e uno aperto penserò grato e sorridente: Desidero tutto questo fortemente, abbandonandomi dolcemente. Auguri di cuore!

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