I bambini sono gente di viaggio, anime
di grandi spostamenti. Quando vengono a questo mondo, non hanno né
vestiti, né parole, né denaro, non posseggono nessun altro
bene che il bisogno, la fame, le lacrime e il sorriso. Le persone che
li accolgono, che danno loro asilo per venti, trent'anni, per tutta
la vita, le persone che dicono al bambino: entra, fa' come se fossi a
casa tua, posa il tuo sorriso in un angolo, ci terrà compagnia, già
ci rischiara un po', queste persone, albergatrici dell'infanzia, noi
li chiamiamo genitori. I bambini rimangono dove la porta si apre.
Giocano fuori nel cortile, rientrano alla sera, abitano là per anni
e per anni, con la loro anima inafferrabile, è come se fossero
sempre di passaggio. I bambini sono degli stranieri che vivono
presso i genitori.
Christian Bobin,
Consumazione. Un temporale, Servitium, 59-60
Nessun commento:
Posta un commento