lunedì 23 gennaio 2012

come se fosse il suo ideale a legare insieme gli uomini


Dio odia l’abbandono alla fantasticheria, 
che rende orgogliosi e pretenziosi. 
Chi si costruisce un’immagine ideale di comunione,
pre­tende la realizzazione di questa da Dio, dagli altri e da se stesso. 
Nella comunità cristiana avanza esigenze sue, 
istituisce una propria legge e 
giudica in base ad essa i fratelli e 
perfino Dio. 
Si impone con durezza, quasi un rimprovero vivente nel gruppo dei fratelli. 
Fa come se spettasse a lui solo creare la comunione cristiana, 
come se fosse il suo ideale a legare insieme gli uomini. 
Ciò che non va secon­do il suo volere, 
è preso da lui come un fallimento. 
Quando il suo ideale fallisce, pensa che si tratti della rovina della comunità. 
E così diventa prima accusatore dei fratelli, 
poi accusatore di Dio e 
infine si riduce a disperato accusatore di se stesso. 


È Dio ad aver già posto l’unico fondamento della nostra comunione, 
è Dio ad averci unito con altri cristiani in un solo corpo, in Gesù Cristo, 
ben prima che iniziassimo una vita comune con alcuni di loro: 
per questo la nostra funzione nel vivere insieme ad altri cristiani 
non è quella di avanzare esigenze, 
ma di ringraziare e di ricevere.

Dietrich Bonhoeffer, Vita comune

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