Dio odia l’abbandono alla fantasticheria,
che rende orgogliosi e pretenziosi.
Chi si costruisce un’immagine ideale di comunione,
pretende la realizzazione di questa da Dio, dagli altri e da se stesso.
Nella comunità cristiana avanza esigenze sue,
istituisce una propria legge e
giudica in base ad essa i fratelli e
perfino Dio.
Si impone con durezza, quasi un rimprovero vivente nel gruppo dei fratelli. Fa come se spettasse a lui solo creare la comunione cristiana,
come se fosse il suo ideale a legare insieme gli uomini.
Ciò che non va secondo il suo volere,
è preso da lui come un fallimento.
Quando il suo ideale fallisce, pensa che si tratti della rovina della comunità.
E così diventa prima accusatore dei fratelli,
poi accusatore di Dio e
infine si riduce a disperato accusatore di se stesso.
È Dio ad aver già posto l’unico fondamento della nostra comunione,
è Dio ad averci unito con altri cristiani in un solo corpo, in Gesù Cristo,
ben prima che iniziassimo una vita comune con alcuni di loro:
per questo la nostra funzione nel vivere insieme ad altri cristiani
non è quella di avanzare esigenze,
ma di ringraziare e di ricevere.
Dietrich Bonhoeffer, Vita comune
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