L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
domenica 12 maggio 2013
Tuttavia, questo lavoro, operando al centro del mondo e della civiltà, compete principalmente al laicato cristiano.
Secondo me, noi cristiani dobbiamo cercare con tutte le nostre forze una genuina - e voglio dire reale e vitale, non solo decorativa -, per quanto sempre imperfetta, realizzazione delle esigenze del Vangelo in questo mondo. Il fatto che milioni di uomini muoiano di fame e vivano nella disperazione una vita indegna dell’uomo, è un insulto a Cristo e all’amore fraterno. La missione temporale del cristiano consiste nello sforzarsi di eliminare questi mali e di costruire un ordine sociale e politico cristianamente ispirato, in cui la giustizia e la fraternità siano servite nel miglior modo possibile. Tuttavia, questo lavoro, operando al centro del mondo e della civiltà, compete principalmente al laicato cristiano. È un imperativo trasformare la vita terrena secondo le esigenze della legge naturale e del Vangelo. In ogni caso, ci sarà sempre una differenza tra un cristiano e un ateo per ciò che riguarda il lavoro da portare a compimento sulla terra, perché un ateo persegue in esso il suo fine assolutamente ultimo, mentre il cristiano vede in esso un fine ultimo solo in un certo ordine dipendente dal fine assolutamente ultimo che è sovratemporale. La realizzazione del Vangelo nella vita temporale, che i cristiani devono sperare e per la quale devono sforzarsi, sarà sempre in una maniera o nell’altra, difettosa e contaminata, perché questo mondo non sarà mai interamente riconciliato con Cristo nella storia. Non avremo mai il Regno di Dio nella storia temporale. Ma, a maggir ragione ci dobbiamo sforzare per esso. Non può esserci riposo per i cristiani, finché la giustizia e l’amore non governano la vita degli uomini. Ma, dato che le esigenze evangeliche non saranno mai soddisfatte, il cristiano non conoscerà riposo nella storia – e questo è proprio della sua condizione. (Jacques Maritain, Filosofía de la Historia).
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