che parlare con Dio.
E siccome normalmente si pensa che sia una faccenda unilaterale,
pregare finisce per significare semplicemente parlare a Dio.
Una simile idea basta a creare una grande frustrazione.
Se presento un problema,
mi aspetto una soluzione;
se formulo una domanda
mi aspetto una risposta;
se chiedo un orientamento mi aspetto
che mi venga dato.
E se ho sempre di più l'impressione di parlare nel buio,
non è strano che ben presto cominci a sospettare
che il mio dialogo in realtà non sia altro che un monologo.
Allora potrei cominciare a chiedermi:
In realtà, a chi sto parlando, a Dio o a me stesso?
La crisi della nostra vita di preghiera consiste nel fatto che
la nostra mente può essere piena di idee su Dio,
mentre il nostro cuore rimane lontano da Lui.
In definitiva ascoltate il vostro cuore.
E' lì che Gesù vi parla nella massima intimità.
Egli non grida.
Non vi impone la sua presenza.
La sua voce è una voce discreta.
Molto simile a un sussurro, alla voce di una amore dolce.HENRI J. M. NOUWEN
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