martedì 22 gennaio 2013

questa certezza vivificante e trasformatrice


Mettersi al di fuori di tutte le faccende, di tutte le nostre preoccupazioni di apostolato, di evangelizzazione, di affermazione del cristianesimo o del cattolicesimo, e andare dritti ai piedi di Cristo e ascoltarlo in silenzio, perché la sua realtà scenda in noi e perché nella nostra coscienza nasca questa certezza vivificante e trasformatrice: noi siamo amati da Dio e ogni essere umano che incontriamo sulla terra è un frutto dell’amore di Dio, nelle sue differenze, nelle sue ombre, nelle sue diversità. E’ un frutto che è apparso nella vita come atto di un amore infinito, dell’amore infinito di Dio. E allora fra noi uomini sicuramente nascerà una nuova socialità, un nuovo rapporto di amore e allora potremo veramente cominciare ad amare, ma sarà un amore che scaturisce, spontaneamente, da una trasformazione che viene operata in noi da questa certezza: che noi tutti siamo amati da Dio. E credo che il nostro tempo, come vi dicevo, richieda, da noi cristiani, questo ritorno silenzioso vicino a Cristo per apprendere questa grande verità, che tutti siamo figli di Dio. Come ogni figlio è frutto di un amore, così anche noi siamo il frutto dell’amore di Dio, senza nessuna distinzione, senza un più o un meno.
Ecco, questa grande verità la dobbiamo vivere, e vivendola troveremo i modi giusti per annunciare la rivelazione cristiana che non deformeremo più con visioni, mete, organizzazioni umane, ma la trasmetteremo da cuore a cuore, silenziosamente, perché sostenuti dalla certezza che siamo amati da Dio. Tutti, senza distinzione.
Giovanni  Vannucci(in Nel cuore dell’essere, Mondadori, Milano, 1998,  pp. 110-114, 16a domenica del tempo ordinario - Anno C)

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