Io sono il giardino,
a piccole labirintiche aiuole
dove gli arbusti devono crescere contorti
a lievi filamenti intrecciati, e
tu, la grande piazza,
che mi sta davanti.
a piccole labirintiche aiuole
dove gli arbusti devono crescere contorti
a lievi filamenti intrecciati, e
tu, la grande piazza,
che mi sta davanti.
Io sono la piazza
grande, libera,
senza spigoli a bloccare la luce
dove lo sguardo deve spaziare sicuro, e
tu, il giardino,
che mi sta dietro
grande, libera,
senza spigoli a bloccare la luce
dove lo sguardo deve spaziare sicuro, e
tu, il giardino,
che mi sta dietro
Tu sei il contorto pensiero
che in ogni sua spira,
come il convolvolo,
crea un getto nuovo, e
dà materia per l'ordine della mia piazza
che in ogni sua spira,
come il convolvolo,
crea un getto nuovo, e
dà materia per l'ordine della mia piazza
Tu sei il pulito discorso,
che in ogni sua frase,
come la musica,
dipana il suono, e
traduce l'eco dai recessi del mio giardino
che in ogni sua frase,
come la musica,
dipana il suono, e
traduce l'eco dai recessi del mio giardino
Io sono il giardino
e tu la piazza.
e tu la piazza.
Tu sei il pulito discorso
e io il contorto pensiero.
e io il contorto pensiero.
Io sono la piazza, il pulito discorso,
tu il giardino, il contorto pensiero.
tu il giardino, il contorto pensiero.
E io...
E tu...
E noi...
E tu...
E noi...
noi due, nella vita,
che questa città non sia proibita
che questa città non sia proibita
Giovanna Bagnasco Gianni
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