mercoledì 7 novembre 2012

L'emigrazione è dunque un diritto naturale, inalienabile


«L'emigrazione è legge di natura. Il mondo fisico, come il mondo umano soggiacciono a questa forza che agita e mescola, senza distruggere, gli elementi della vita, che trasporta gli organismi nati in un determinato punto e li dissemina per lo spazio, trasformandoli e perfezionandoli continuamente...
Emigrano i semi sulle ali dei venti, emigrano le piante da continente a continente portate dalle correnti delle acque, emigrano gli uccelli e gli animali, e, più di tutti emigra l'uomo, ora in forma collettiva, ora in forma isolata...
L'emigrazione è dunque un diritto naturale, inalienabile; è una valvola di sicurezza sociale che ristabilisce l'equilibrio tra le ricchezze e le potenze produttive di un popolo; è fonte di benessere per chi va e per chi resta, sgravando il suolo di una popolazione soverchia e avvalorando la mano d'opera di chi resta; può essere insomma un bene o un male individuale o nazionale, a seconda del modo e delle condizioni in cui si compie, ma è quasi sempre una risorsa umana, poichè apre nuove vie ai commerci, facilita la diffusione dei trovati della scienza e delle industrie, fonde e perfeziona le civiltà e allarga il concetto di patria oltre i confini materiali, facendo patria dell'uomo il mondo»
(Seconda conferenza sull'emigrazione tenuta da Scalabrini a Torino nel 1898)

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