giovedì 9 febbraio 2012

La liturgia dovrebbe produrre pioggia, ma in realtà produce soltanto il bisogno della danza

Oggi continuo nella riflessione dettata da Ivan Illich nel Discorso pronunciato l'8 novembre 1996 al Netherlands Design Institute di Amsterdam Prigionieri della libertà 
Le istituzioni ci convincono che se loro sono inefficaci è perchè non partecipiamo con fede ai loro riti. Creano miti e ai loro miti noi dovremmo credere.


A Oslo avevo di fronte fornitori di prigioni, al tempo stesso consci della controproduttività del gulag ma anche amministratori dedicati al suo sviluppo quantitativo e al miglioramento qualitativo. A quale tipo di assemblea potevo paragonarli? Li definii cardinali, ma in realtà pensavo a sciamani durante una danza della pioggia. Lo sciamano prepara la danza annuale che dev’essere celebrata nel villaggio, ma possiede anche l'autorità di spiegare perché la pioggia non arriva, nonostante la cerimonia. Non piove perché qualcuno non si è impegnato al massimo durante la danza. 
I sociologi utilizzano la danza della pioggia come termine tecnico per un rito che crea il mito, un evento mitopoietico che genera una credenza e conferma un dogma sociale. Max Gluckman parla di queste cerimonie come di un modello sociale che acceca tutti i partecipanti (sia sacerdoti sia fedeli) nella contraddizione fra l'obiettivo asserito del rito e i suoi effetti. La liturgia dovrebbe produrre pioggia, ma in realtà produce soltanto il bisogno della danza.
Per anni ho esaminato le grandi istituzioni di servizio delle società moderne, non solo per ciò che fanno, ma anche per ciò che dicono; non come agenzie produttive, ma come riti produttori di miti. Sono ostile alla scuola obbligatoria, per esempio, perché la vedo come una danza della pioggia celebrata in nome dell'uguaglianza, ma che in realtà fornisce alla società soltanto la certezza che la scuola deve esistere. Analizzandone i risultati concreti, infatti, si individua soltanto la selezione di dodici livelli di bocciati, uno all’anno. Similarmente, i criminologo moderni sostengono le carceri, e perfino la pena capitale, sostengono la sovranità dello Stato basata sul bisogno di un’agenzia chedefinisce i crimini e punisca i criminali. Oggi desidero sottolinear la funzione rituale, di cerimonia creatrice di miti, del design. 

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