Per attirare pienamente la provvidenza di Dio su di noi,
è necessario spezzare l’appetito per le ricchezze.
Questo risultato si ottiene attraverso la carità.
Quando qualcuno distribuisce il suo denaro in beneficenza,
si raffredda in lui la brama di accumulare.
Egli sbriga i suoi affari in modo veritiero e onesto
ed è soddisfatto con quanto la vita gli riserva,
ricevendo con piacere e soddisfazione ciò con cui Dio lo ha benedetto.
Dal momento che non si affanna a diventare ricco,
egli è libero dalla lotta costante di chi mira a sempre nuovi profitti.
Il peso di questa lotta è il compimento della maledizione:
“Con il sudore del tuo volto mangerai il pane” (Genesi 3, 19).
Quando una persona dona del suo in carità, viene liberato da ciò,
ed il suo dono gli viene calcolato come se avesse portato un’offerta di incenso a Dio.
(Rabbi Nachman di Bretzlav, Likutey Moharan I, 13).
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
sabato 25 ottobre 2014
ricevendo con piacere e soddisfazione ciò con cui Dio lo ha benedetto
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