L’ANGELO DEL RISCHIO
( Anselm Grun)
Oggi molti ritengono che la cosa più importante sia non sbagliare, non fare errori.
Allora la carriera professionale non corre alcun pericolo.
Allora dentro il gruppo non si è criticati.
Allora non si deve cedere il posto.
Allora la vita ha successo.
In realtà, però, questo atteggiamento ostile al rischio, è di ostacolo alla vita.
Chi non vuol fare assolutamente nessun errore, sbaglia tutto.
Siccome non osa nulla, non corre alcun rischio.
Così non può neppure nascere qualcosa di nuovo.
Sia nell’economia come nella politica, nella chiesa come nella società, nessuno rischia più.
Se lo facesse sarebbe attaccabile.
Infatti, potrebbe anche andar male e sarebbe la catastrofe.
Allora si dovrebbe abbandonare il dolce guanciale e si dovrebbe pubblicamente giustificare se stessi e i propri errori. Molti temono di non riuscire a sopravvivere a tanto. Sono talmente vincolati al riconoscimento e all’attenzione degli altri che non si affidano più al loro fiuto e non rischiano più nulla.
La psicologia ci dice che la mancanza di coraggio per il rischio ha a che fare con la mancanza di padri propria della nostra società.
Il padre normalmente è colui che ci rafforza la colonna vertebrale, che ci dà il coraggio di osare qualcosa, di affrontare un rischio.
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
venerdì 17 maggio 2013
Chi non vuol fare assolutamente nessun errore, sbaglia tutto.
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