Se riempiamo la vita di silenzio allora viviamo di speranza e Cristo vive in noi e dà molta consistenza alle nostre virtù. Allora, quando viene il momento, lo confessiamo apertamente davanti agli uomini e la nostra confessione ha un grande significato perché si è radicata in profondo silenzio. Essa risveglia, nelle anime di quelli che ci ascoltano, il silenzio di Cristo così che anche loro diventano silenziosi, e incominciano a stupirsi e ad ascoltare. Perché hanno incominciato a scoprire il loro vero essere. Se la nostra vita si spande al di fuori in parole inutili, non udremo mai nulla nelle profondità del nostro cuore, dove Cristo vive e parla in silenzio. Non saremo mai nulla e alla fine quando verrà per noi il tempo di dichiarare chi e che cosa siamo, saremo trovati senza parole proprio al momento della decisione cruciale: perché avremo detto tutto e ci saremo esauriti in discorsi prima di avere qualche cosa da dire. (Thomas Merton, Silenzio).
"Dialoghi con il Silenzio" invita il lettore a entrare nel sacro regno della contemplazione dove ascoltiamo in silenzio e cerchiamo di cogliere la presenza divina nelle nostre vite, dove il vuoto diventa l'occasione per l'incontro e l'interscambio tra il mondo esteriore e quello interiore, dove l'oscurità si trasforma in luce: il luogo in cui si rivela la voce di Dio.
L'impegno ci spinge più in là: verso qualcuno che resti anche quando noi passiamo; verso qualcuno che ci prende in mano il cuore, se il cuore non regge al salire. (Don Primo Mazzolari) fissare a memoria le parole di Paolo: “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù” (Gal 5,1).
lunedì 25 marzo 2013
la nostra confessione ha un grande significato perché si è radicata in profondo silenzio
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